Palazzo Chigi su Alzano e Nembro: la zona rossa poteva essere istituita anche dalla Regione Lombardia.
ROMA – Le polemiche tra Lombardia e Governo sull’emergenza coronavirus non sembrano avere fine. Durante l’interrogatorio il presidente Fontana ha ribadito che la decisione sulla zona rossa ad Alzano e Nembro doveva essere presa da Palazzo Chigi.
Visione diversa, invece, da parte della Presidenza del Consiglio. Il dossier, scrive il Corriere della Sera, presente sul tavolo del premier Conte ribadisce come “la Regione Lombardia poteva decidere la chiusura delle due cittadine della Bergamasca in piena autonomia“.
Il braccio di ferro
Un braccio di ferro tra Fontana e Palazzo Chigi che potrebbe portare la Procura di Bergamo a convocare i ministri e il premier Conte per cercare di ricostruire meglio le ultime ore prima della decisione di non instaurare zona rossa a Nembro ed Alzano.
Lo staff del premier Conte, citato dal Corriere della Sera, si precisa che nessuna convocazione è arrivata dai magistrati. La Presidenza del Consiglio ribadisce che la chiusura delle due cittadine poteva essere istituita dalla Regione. Una linea condivisa anche dal ministro Boccia e dal titolare del Dicastero della Salute, Roberto Speranza.
Responsabilità sia di Roma che di Milano?
La Procura nelle prossime settimane continuerà gli approfondimenti sulla questione con la responsabilità che sembra essere comune. “Il ministro della Sanità – si precisa nella legge 23 dicembre 1978, n.833 citata dal Corriere della Sera – può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente più regioni“.
Il provvedimento, però, precisa che “medesime materie sono emesse dal presidente della Giunta Regionale e dal sindaco ordinanze di carattere contingibile ed urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale“.